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Benvenuti nel sito dell'Associazione Pescatori Dilettanti del lago di Roncone.  

 

Il Lago di Roncone è situato poco a valle dell’omonimo paese, formatosi a causa dello sbarramento alluvionale del Torrente Adanà.

In passato il lago aveva dimensioni maggiori,  grande circa il doppio (oggi è 310 m di lunghezza per 110 di larghezza e 4 di profondità); ancora nel XIV secolo venne fatto oggetto di canalizzazioni per guadagnare terreno coltivabile ed è solo da pochi decenni che il suo processo di eutrofizzazione si è notevolmente rallentato, grazie anche alla realizzazione di un emissario.
Anche nel lago di Roncone, così come lungo l’intera Valle del Chiese, la specie caratterizzante è la trota fario. Nel lago inoltre si possono trovare svariate specie di pesce tra cui carpe (che possono raggiungere anche i 7/8 kg di peso), persici,alborelle, cavedani e, grazie al lavoro svolto dall’ Associazione negli ultimi anni attraverso delle semine, l’ormai noto e ambito luccio.

 

TROTA FARIO

E’ un pesce d'acqua dolce, morfotipo della Salmo trutta (trota europea). Diffusa in Italia e in molti corsi d'acqua di quasi tutta Europa, in Italia la trota fario rappresenta la trota autoctona della regione alpina ed appenninica settentrionale, mentre nella regione padana è sostituita dalla trota marmorata e nel centro-sud dalla trota sarda o macrostigma. In seguito a ripopolamenti effettuati senza attenzione per queste differenze di areale, al giorno d'oggi la si può trovare dovunque. Abita in acque veloci e torrentizie, fredde, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna o alta collina. Quando viene a trovarsi all'interno di laghi prende velocemente l'aspetto della trota di mare. Nei torrenti vive solitamente sotto le cascate ed i piccoli salti con il muso rivolto verso la corrente rigorosamente in caccia di prede, e questo avviene nei mesi invernali, mentre nei mesi estivi sta in fondo ai raschi dei corsi d'acqua a pelo d'acqua per cibarsi di insetti che galleggiano sulla superficie dell'acqua. Infatti nelle sere d'estate non è difficile, avvicinandosi su un fiume (magari su un ponte), vedere un fuggi fuggi generale di questo salmonide che, ovviamente accortosi della presenza di un uomo, alla velocità di ben 20 km all'ora si intana sotto salti e pietre, completamente terrorizzato.

 

LUCCIO

E’ un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia Esocidae dell'ordine degli Esociformes.

È caratterizzato dalla bocca a "becco d'anatra", dominata da robusti e acuminati denti. In Nordamerica vive una specie più grande e feroce, denominata muskellunge (Esox masquinongy).

Questo pesce è diffuso nel continente nordamericano, pressoché in tutti i bacini fluviali atlantici e del Pacifico. In Eurasia è presente dalla Francia alla Siberia, compresa l' Italia settentrionale. In Irlanda e Inghilterra è presente in gran numero. Il luccio è un utile e prezioso equilibratore naturale. Nella sua dieta preferisce selezionare prede morte o malate, inibendo anche l'eccessiva prolificità di altri pesci, ciprinidi soprattutto che, sviluppandosi in numero eccessivo, potrebbero modificare l'equilibrio di alcuni ambienti.

Può raggiungere 1,30 m di lunghezza e superare i 20 kg di peso , la crescita e la dimensione finale sono piuttosto variabili, in relazione all'alimentazione e alla temperatura dell'acqua, in genere raggiunge i 20 cm durante il primo anno di vita e il metro in età adulta. Gli esemplari di maggiori dimensioni sono generalmente femmine. Ha la particolarità singolare di avere più di 500 microdenti molto affilati sulla lingua in aggiunta a quelli propri dell'esoscheletro.

 

Oltre che dalla bocca di grosse dimensioni e fornita di file di denti uncinati, il luccio è caratterizzato da una testa piuttosto grande rispetto al corpo, di forma allungata e schiacciata (per questo motivo è noto in alcune regioni d'Italia come "Luccio Papera"). La colorazione è varia a seconda dell'habitat e della colorazione dell'acqua: ventre bianco giallastro, dorso verde-bruno maculato scuro. La forma corporale varia secondo la corrente delle acque in cui vive, nelle zone con scarsa corrente assume una fisionomia allungata, nelle acque ferme presenta un corpo più tozzo.

 

ALBORELLA

 In molti corsi d'acqua di pianura l'alborella è la specie numericamente più abbondante; le dimensioni massime sono piuttosto limitate e gli esemplari di 15 cm sono considerati eccezzionali. L'alborella è in grado di popolare, in gruppi numerosi, diversi ambienti acquatici di pianura con acqua ferma o corrente non troppo vivace. La dieta è costituita principalmente da minuscoli invertebrati planctonici. La riproduzione avviene in giugno e luglio: gruppi numerosi di adulti si portano presso i fondali ghiaiosi e sabbiosi del sottoriva, dove le femmine depongono circa 1500 uova piccolissime, subito fecondate da maschi.

 

CARASSO

Il corpo dei carassi cresciuti in zone ricche di cibo è molto alto, con il dorso a gobba, mentre nelle zone più povere rimane piccolo senza gibbosità e presenta una testa di grandi dimensioni. La specie nno supera normalmente i 30 cm di lunghezza, anche se eccezzionalmente sono stati catturati esemplari di 45 cm con un peso di 3 kg. Vive preferibilmente in acque stagnanti o a lento corso specie se eicche di vegetazione; può sopportare bene acque inquinate, torbide, male ossigenate e sbalzi di temperatura. E' comune e spesso abbondante nel Ticino, in molte lanche, nei navigli e anche stagni, cave e laghi. Cerca il cibo, costituito da sostanze vegetali, detriti e qualche invertebrato, smuovendo il fondo con il muso. Le femmine, spesso in numero molto maggiore dei maschi, depongono in maggio e giugno 20000-50000 uova sulle piante acquatiche.

 

CARPA

Originaria dell'Asia centrale fino al mar Nero e al bacino del Danubio, la carpa è stata introdotta in Italia in tempi remoti, forse durante l'Impero Romano. Questo pesce è presente a volte nei tratti più profondi e tranquilli del Ticino, anche se predilige le acque calme di lanche, stagni e canali specilmente se ricchi di vegetazione. La dieta è molto varia comprende invertebrati acquatici, piante e sostanze vegetali di varia natura. Quando la temperatura dell'acqua scende sotto i 12°C, riduce molto l'alimentazione e si ritira in acque profonde per svernare. La riproduzione avviene quando la temperatura raggiunge i 18-20°C: le femmine depongono sulla vegetazione acquatica un enorme numero di uova (anche un milione in femmine di 10 kg). Lo sviluppo è molto rapido e alla fine del primo anno i giovani possono raggiungere i 15 cm di lunghezza.

 

CAVEDANO

E’  un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia dei Ciprinidi dell'ordine dei Cypriniformes. È diffuso in tutta l' Europa centrale ad eccezione delle tre penisole mediterranee e in alcune zone del Medio Oriente (bacino del Tigri e dell' Eufrate). È naturalmente assente dall'Italia (dove è sostituito dall'affine Squalius squalus), da Spagna e Portogallo, da gran parte della Francia meridionale e dalla regione balcani occidentale e meridionale. È stato introdotto in varie regioni d'Italia.Abita le acque dolci correnti, limpide e calme. Nei laghi si distribuisce lungo le acque litorali, nei fiumi fino agli estuari. È un pesce molto resistente agli inquinamenti, in quanto può risultare presente anche in acque rese eutrofiche da scarichi industriali o in siti a bassa concentrazione di ossigeno.

 

Nella sua porzione settentrionale il lago si trasforma in una circoscritta zona paludosa, oggi protetta in qualità di biotopo provinciale, che in estate si colora del rosa del garofanino d’acqua e del fucsia della salterella.